sabato 12 luglio 2014

Sulla cresta dell'Onda Pride

Il 28 Giugno di quest'anno ho partecipato al mio primo gay pride.
Ho 34 anni e la scoperta di me stessa ha festeggiato, pochi mesi orsono, i 20 anni.
Che ho fatto fino ad ora?!
Non sono mai stata orgogliosa di essere quello che sono, perchè non lo ritengo niente di più di qualsiasi altro modo di esistere, di sentire, di vivere, di affrontare i giorni che passano uno dopo l'altro.
Ho semplicemente adattato le mie abitudini, al mio divenire quotidiano.
Ho avuto la fortuna di vivere la mia omosessualità senza contrasti col mondo esterno, dalla famiglia agli amici, non ho mai incontrato ostacoli, muri, incomprensione, violenza, scherno; al contrario, ho avuto un percorso tutto in discesa.
Oggi capisco che mi è sempre andata bene anche se, per fortuna, al mondo c'è già tanta gente pronta a vivere senza drammi il modo di essere dei propri compagni di strada.

Ma sappiamo bene che queste oasi di tranquillità, sono ancora troppo poche e che in generale c'è un mare di cose che non vanno o,per meglio dire, non esistono.

Oggi lo capisco, oggi lo vedo e lo vivo in prima persona.

Tra pochi mesi si compiranno i miei primi sei anni di vita con Sara; un tempo che, una volta, avrei definito biblico, ora mi sembra una briciolina. Viviamo insieme da quasi tre anni e ogni giorno penso che le ore trascorse insieme sono troppo poche e ne vorrei almeno dieci in più.
Io, Sara e le nostre cagnoline, siamo una famiglia come tante altre e come tali viviamo.
Lavoro, spesa al supermercato, telefonate a mamma e papà, qualche domenica a pranzo dai genitori, qualche aperitivo, serate sul divano in infinite chiacchiere, o guardando un film; uno dei momenti che adoro è quando ci sediamo, ognuna con un libro, alle due estremità del divano e con un piede manteniamo il contatto.

Non capisco se i nostri vicini di casa ci abbiano inquadrate o no, ma nessuno, fin'ora, ha manifestato segni di fastidio, scherno o intolleranza; anche se, quando parlano all'una dell'altra, c'è chi dice "la tua amica", chi "tua sorella" ma senza troppa convinzione, anzi, mi è parso una sorta di delicatezza per non voler dire una cosa di cui non si è sicuri. Lo capisco, non mi dà fastidio, non mi offende, probabilmente è una prima volta anche per loro, per cui ci sono tutte le attenuanti del caso.

Questa nuova vita ha portato nuovi interessi, nuovi progetti e anche nuove preoccupazioni, più adulte, purtroppo o per fortuna.
La consapevolezza della nostra transitorietà, la paura di lasciare Sara da sola o di restare senza di lei, di non poterle lasciare qualcosa di nostro, di non poter decidere quando e come e dove diventare mamme, il dover chiedere un giorno di ferie, per accompagnarla al pronto soccorso, la mattina in cui un furgone l'ha tamponata sulla strada del lavoro, perchè la casistica non rientra in quella per il rilascio dei permessi famigliari, il non poter entrare in ambulatorio con lei. 
Essere nulla, davanti alla legge di uno Stato a cui ogni giorno paghiamo un salatissimo dazio, essere nulla e non poter beneficiare di diritti essenziali e basilari, tipici di un cosiddetto Paese civile... tutte queste cose sono state il motore che mi hanno fatto desiderare, quest'anno, di voler partecipare al BolognaPride, di voler mettere la faccia in pubblico per qualcosa che, sto capendo, essere indispensabile per noi, per chi verrà dopo e per chi ha già finito di essere, senza aver avuto opportunità di vivere liberamente la propria vita.

E' stata una giornata importante, per me, per noi e, spero, per tutti coloro che ci hanno camminato a fianco e con cui abbiamo condiviso quelle ore di speranza, quelle ore di finestra su un mondo che, troppo spesso, ha di noi una visione distorta e sbagliata.
Tante persone comuni ci guardavano, interessate, dai lati del corteo e non c'è stato segno di intolleranza, non fosse stato per un solitario uovo piovuto da un'anonima finestra, durante il corteo. Uovo che, col suo inutile sacrificio, ha soltanto schizzato la suola di qualche scarpa, rovinando ignorato sull'asfalto, tra i cori che cantavano le allegre canzoni proposte e i sorrisi e il giubilo e la felicità di esserci per una causa importante. 
Una causa che è per tutti, che è civiltà, che è apertura e non chiusura, che sarà un mattone importante nella costruzione del futuro dei nostri figli.

E' stato bello vedere tanti genitori che sfilavano coi loro bambini e sono certa che tra loro c'erano anche tante "famiglie tradizionali", che hanno consapevolmente deciso di diventare "famiglie arcobaleno", perchè l'arcobaleno ce l'hanno nel cuore e nella testa, perchè la varietà è davvero il bello del mondo.

E' stata una giornata che mi ha lasciato dentro una bella sensazione, che mi ha dato speranza e determinazione nuove. 

Per me è stato un inizio, tardivo, ma trionfante, perchè so finalmente di cosa sto parlando, so cosa manca e so che posso fare qualcosa per dare una mano. 

Manteniamola viva quest'Onda, ogni giorno sia un giorno in cui, nel nostro piccolo, rendiamo la nostra vita utile anche a questa causa, dimostrando che è una vita come tutte le altre e, per questo, degna di godere degli stessi, semplici, civili, diritti.




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