giovedì 10 luglio 2014

30 anni dopo Mohammed

Ho il privilegio di guardare un mare bellissimo, di un blu ipnotico, con qualche lieve increspatura bianca in lontananza.
Oggi il cielo è sereno, soffia una brezza gentile e qualche nuvoletta si muove veloce sopra di me.
Sono fortunata, non ho particolari problemi, solo qualche normale pensiero che attraversa una vita tranquilla.
Ho 30 anni in più di Mohammed Khalaf al-Nawasra, che probabilmente il mare non l'ha mai visto e sicuramente non lo vedrà mai più.
Non vedrà più la sua mamma e neanche il suo papà.
Non saprà mai, il piccolo Mohammed, perchè ieri è morto e tantomeno lo capirà.
La sua morte servirà a qualcosa?
Dopo di lui se ne sono andate altre 14 anime, sempre lì, semprè per mano della stessa, lucida, spietata, follia.
Terra bramata e insanguinata, sei ancora tu nei pensieri di chi, su di te e per te, miete sogni e speranze di generazioni intere?
O sei, ormai, un pretesto?
30 anni dopo Mohammed Khalaf al-Nawasra forse ci sarò ancora e spero di potergli raccontare che la sua morte è servita a costruire una casa vera per chi, ogni giorno, affondava i piedi nel fango, per chi si riuniva a cena sotto tetti di eternit e vecchi copertoni d'auto, per chi ogni giorno vedeva il sole coperto da un muro di cemento e la terra coltivata, violata dai bulldozer.
30 anni dopo  Mohammed Khalaf al-Nawasra forse ci saranno vicini di casa che andranno a pregare in posti diversi, ma siederanno negli stessi banchi di scuola e tireranno calci allo stesso pallone; ci saranno mamme che si scambiano le ricette e papà che si aiutano a montare un mobile in salotto; ci saranno tavole apparecchiate nei cortili, all'ombra degli alberi e le risate dei ragazzi che si scambiano battute sulle panchine dei parchi, insieme, senza scherno, senza odio.
Su una terra grande per tutti.
30 anni dopo Mohammed Khalaf al-Nawasra forse anche noi avremo preso coscienza che la "questione Palestinese" era in realtà la questione di tutti; che il sangue assorbito dalla terra, arriva dritto fin sotto i nostri piedi, fin sotto i nostri tetti sicuri, fin dentro le nostre televisioni sature di spazzatura e indifferenza.
Spero non ci metteremo altri 30 anni a capire che la differenza può farla anche il nostro interesse, che anche noi, uniti, abbiamo un potere grande, anche se troppo spesso lo usiamo per futilità transitorie.
Fra 30 anni Mohammed ci chiederà cosa abbiamo fatto della sua vita rubata.
Cosa gli risponderemo?



Mohammed Khalaf al-NawasraMoham
Mohammed Khalaf al-Nawasra
Mohammed Khalaf al-Nawasra

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